Nel precedente articolo – “Il nuovo paradigma della mobilità: non solo nuovi sistemi di propulsione” – è stata descritta la visione di OCTO Telematics e The European House – Ambrosetti circa il modello della Connected Mobility: una forma di mobilità smart, connessa e green, in cui i veicoli sono in grado di dialogare tra loro e con l’ecosistema circostante. La mobilità del futuro permetterà di concretizzare il concetto della Vision Zero, delineata da OCTO Telematics, in cui si prospetta un azzeramento degli incidenti (Zero Crash), dell’inquinamento causato dai mezzi di trasporto (Zero Pollution) e del traffico nelle città (Zero Traffic).
La mobilità del futuro si baserà su nuovi paradigmi in linea con l’evoluzione dei bisogni dei consumatori e con le nuove tecnologie disponibili sul mercato, due fattori abilitanti per nuovi modelli di business e di servizi per i consumatori.
I bisogni dei consumatori sono in continua evoluzione e si stanno affermando nuovi modelli di consumo, nuovi stili di vita (sempre più connessa) e una maggiore attenzione alle tematiche di sostenibilità ambientale. Essi stanno emergendo di pari passo con le nuove generazioni: i Millennial (1981-1996) e la GenZ (>1997) hanno caratteristiche e fattori distintivi profondamente differenti rispetto ai Baby Boomer (1946-1964) e alla GenX (1965-1980). In particolare, le generazioni più giovani ricercano nuovi valori nell’utilizzo dei sistemi di mobilità e di un mezzo di trasporto, tra cui: Enjoyment, vivere un’esperienza di mobilità piacevole e divertente con la possibilità di personalizzare i contenuti dei sistemi di infotainment; Accomplishment, aumentare la produttività e avere la possibilità di svolgere altri compiti durante i viaggi e gli spostamenti; Well-being, aumentare la sicurezza fisica durante i viaggi, in combinazione con la possibilità di monitorare lo stato della salute del viaggiatore; Social Connection, mantenere le relazioni sociali sia dentro che fuori il veicolo (ad esempio condivisione del viaggio); Environmental consciousness, ridurre gli impatti ambientali scegliendo i percorsi ottimali e gestendo le nuove necessità derivanti dalla diffusione di veicoli a motorizzazione non tradizionale (ad esempio veicoli elettrici); Privacy, avere certezza circa la sicurezza dei dati originati durante il trasporto e dei dati personali condivisi con il veicolo.
All’evoluzione generazionale si affianca un cambiamento della composizione della società: negli ultimi anni sono aumentate le persone sole (33,4% delle famiglie italiane nel 2018, +4,0 punti percentuali 2018 vs. 2008) e sono diminuite le coppie con figli (34,1% delle famiglie italiane, -5,0 punti percentuali 2018 vs. 2008). Questo cambiamento implica nuovi bisogni e abitudini nella fruizione dei servizi di mobilità con un conseguente ripensamento dei modelli di gestione delle città, delle infrastrutture e dei servizi al cittadino.
Al tempo stesso la società italiana sta diventando sempre più digitale e abituata all’utilizzo di strumenti tecnologici: negli ultimi 20 anni l’utilizzo di internet è cresciuto in media di +45 punti percentuali – nel corso del 2020 oltre 50 milioni di persone hanno utilizzato quotidianamente internet; di fatto oltre l’83% della popolazione italiana è connessa. L’affermarsi di modelli di fruizione di servizi via internet (e smartphone) ha affermato nuove modalità di esperienza di consumo che oggi vengono ricercate e richieste dai consumatori durante la fruizione di altri beni e/o servizi, obbligando tutti i player industriali ad adeguarsi; in questo senso diventerà determinante essere capaci di creare esperienze avvincenti e ingaggianti anche nell’utilizzo di un veicolo, sia esso di proprietà, a noleggio o condiviso.
Un’altra tendenza emergente è la diffusione dei device IoT (Internet of Things), a cui corrisponde la nascita di uno stile di vita connesso a 360°. Con il concetto di “Connected Life” si fa riferimento ad un mondo in cui le nostre case, i lavori, le città e i mezzi di trasporto saranno intrinsecamente connessi grazie all’impiego di diversi strumenti senza soluzione di continuità. La diffusione delle tecnologie IoT e di Intelligenza Artificiale permetterà di rendere le attività giornaliere più smart. La combinazione di più dispositivi che interagiranno secondo logiche Machine-to-Machine (M2M) creerà sistemi intelligenti basati sull’integrazione di voce, video e servizi dati per garantire una connessione ovunque ed in qualsiasi momento.
È evidente come la tecnologia sia il fattore abilitante nel percorso di trasformazione della mobilità tradizionale verso un modello in cui questa diventa sempre più connessa, vicina alle esigenze dei consumatori e con un ruolo centrale all’interno della Smart Society. OCTO e The European House – Ambrosetti hanno individuato otto tecnologie – Connettività dei veicoli, User & Vehicle Data, Human Machine Interface, Marketplace, Servizi connessi, Sharing service, Autonomous Driving e Piattaforme digitali – che giocheranno un ruolo chiave nella creazione di un vero e proprio ecosistema della Connected Mobility.
Nei prossimi 10 anni i sistemi di connettività diventeranno sempre più parte integrante nella progettazione del veicolo: al 2030 si prevede che oltre il 60% dei veicoli circolanti sarà dotato nativamente di sistemi avanzati di connessione. La maggior possibilità di connessione e di scambio di informazioni tra veicoli sarà guidata dalla diffusione della tecnologia 5G che renderà possibile velocizzare lo scambio di dati, ridurre la latenza e mantenere un maggior numero di connessioni, oltre a permettere una elevatissima densità di connessione abilitando nuovi modelli di gestione della mobilità (ad es. flotte, infrastrutture, ecc.) e di governo delle Smart City (ad es. gestione del traffico). Il risultato della maggior connettività dei veicoli si concretizzerà nella creazione di servizi alla mobilità che saranno basati su nuove fonti di dati (non saranno utilizzati soltanto i dati generati dal veicolo, ma si utilizzeranno anche dati provenienti dall’ambiente esterno, dal conducente, dai sistemi di navigazione e dalle municipalità).
In questo quadro evolutivo giocano un ruolo chiave i sistemi di infotainment, già oggi in grado di abilitare una relazione bidirezionale tra utente e veicolo. Nei prossimi dieci anni si assisterà ad una riprogettazione complessiva del design del veicolo attorno ai nuovi strumenti di infotainment. Nuovi schermi, assistenti virtuali e integrazione con i device dell’utente caratterizzeranno questo paradigma al fine di offrire una esperienza seamless – l’esperienza digitale di un utente sarà garantita a prescindere dai diversi dispositivi utilizzati, dentro e fuori il mezzo di trasporto. La nuova relazione tra utente e veicolo permetterà alle aziende di integrare nuove offerte – che andranno ad arricchire l’esperienza di utilizzo – all’interno del mezzo, secondo una logica di marketplace: compravendita di servizi di manutenzione, acquisto di pacchetti performance aggiuntive, confronto dei prezzi dell’assicurazione, pianificazione dei viaggi, sharing del veicolo, condivisione dei viaggi su lunga distanza, acquisto di beni e servizi.
Inoltre, la capacità di un veicolo di raccogliere una quantità sempre maggiore di dati, nel rispetto dei requisiti di privacy, permetterà ad attori terzi di sviluppare nuovi servizi per il consumatore. In questo senso i dati raccolti potranno essere sfruttati per sviluppare nuove offerte di valore per gli utenti, in una logica di trasformazione del mezzo di trasporto in una smart car, come si è verificato per gli smartphone oltre un decennio fa.
Bisogna poi considerare la crescente diffusione del modello dello sharing che implica il passaggio da una logica di proprietà ad una logica di utilizzo del mezzo. A livello mondiale gli utenti di car sharing sono aumentati del +24,1% dal 2017 al 2020 – nei prossimi 5 anni si prevede un ulteriore aumento degli utilizzatori dei servizi di sharing del +33,4% (2025 vs 2020). Ad oggi in Italia sono presenti oltre 7.000 veicoli free-floating: di questi circa 1.250 veicoli station based, oltre 2,5 milioni di persone iscritte alle varie piattaforme e 10 milioni di noleggi tra Roma e Milano ogni anno. L’Italia è il secondo Paese in Europa per i servizi di car sharing, dopo la Germania: nel 2020 il mercato era composto da 15 mila veicoli per un giro d’affari di 357 milioni di euro e nel 2025 si prevede un mercato di 44 mila veicoli e 725 milioni di Euro.
Nei prossimi 10 anni il numero di auto a guida autonoma di Livello 3 o superiore aumenterà di 90 volte rispetto al 2020, superando la quota di 18 milioni di vendite annue. Il veicolo a guida autonoma sarà sempre meno legato al concetto di proprietà e trasformerà il modello di utilizzo attuale: l’utilizzo di un veicolo a guida autonoma secondo una logica di ride-hailing potrà generare risparmi pari ad oltre 5.000 Euro/anno rispetto ad un modello di proprietà del veicolo. Rispetto ai modelli più tradizionali, lo sharing di un veicolo autonomo permette di raggiungere importanti performance: ridurre del -46,5% il costo totale per km percorso; ridurre del -46,3% il costo totale di utilizzo annuale di un veicolo; ridurre del -80% le emissioni di gas nocivi entro il 2050; ottimizzare l’integrazione tra TPL e sharing mobility. La rapidità di diffusione dei veicoli autonomi dipenderà dalla presenza di un’infrastruttura di supporto adeguatamente sviluppata. Sarà infatti necessario sviluppare smart roads capaci di comunicare e scambiare dati con i veicoli in transito e un sistema infrastrutturale connesso. Infine, serviranno facilities di supporto e mobility hub per la ricarica, la manutenzione e la sanificazione dei veicoli in condivisione.
I nuovi modelli di mobilità saranno basati su piattaforme che permetteranno di ottimizzare la gestione delle città e delle flotte di veicoli. Circa il primo aspetto, le piattaforme renderanno possibile lo sviluppo del modello Mobility-as-a-Service: la piattaforma rivolta all’utente utilizzatore del servizio di mobilità diventerà one-stop-shop nei confronti di tutti i bisogni di mobilità della persona, andando ad integrare sistemi di micromobilità, trasporto pubblico locale e mobilità individuale con mezzi condivisi. Secondo la medesima logica, le piattaforme digitali in ambito industriale abiliteranno sistemi di Connected Operations volti a creare nuovi modelli di gestione del business e delle operazioni con le principali applicazioni per la gestione delle flotte e la manutenzione predittiva.
In definitiva si può affermare che la possibilità di utilizzare la mobilità connessa e i dati per rispondere al meglio alle esigenze dei clienti permettono di liberare nuovo valore, ad oggi intrappolato e non catturabile dai modelli di business attuali, per utenti, cittadini e aziende. Il valore si accumula quando la tecnologia rende possibile fornire ai clienti un’esperienza migliore. La possibilità di liberare questo nuovo valore dipenderà dalla capacità delle aziende di realizzare ecosistemi di business innovativi capaci di sfruttare questo shift dal prodotto al dato.
Nel prossimo articolo di questa serie entreremo nel dettaglio della visione di mobilità che viene abilitata dalla connettività dei veicoli. Questa farà leva sugli spunti e le raccomandazioni emerse nell’ambito di tre tavoli di lavoro che The European House – Ambrosetti e OCTO hanno realizzato con il coinvolgimento di oltre trenta tra stakeholder privati e pubblici.
Autori:
Alessandro Viviani : Senior Consultant – Innotech Hub
Corrado Panzeri : Associate Partner – Head of InnoTech Hub
The European House – Ambrosetti