In questo ultimo articolo sono descritti i messaggi chiave emersi nel corso dell’ultimo tavolo organizzato da The European House – Ambrosetti e OCTO Telematics con le aziende e le istituzioni leader in Italia nella realizzazione di progetti di mobilità connessa. In particolare, il tavolo di lavoro analizzato nel presente articolo verteva su temi di straordinaria importanza per quanto concerne l’innovazione dei modelli di business dei servizi di mobilità, ovvero gli “Ecosistemi e gli spazi-dati per la co-creazione di servizi”.
OCTO e The European House – Ambrosetti hanno organizzato, per il secondo anno consecutivo, un’intensa attività di stakeholder engagement – coinvolgendo oltre 40 attori – con l’obiettivo di comprendere le reali esigenze degli attori della mobilità e promuovere uno sviluppo sinergico di un nuovo paradigma di mobilità connessa, sostenibile e smart.
Figura 1 Le quattro aree strategiche di sviluppo e i sette tavoli di lavoro
Data exchange ecosystems
Dedicato agli ecosistemi di scambio dati – un ambito dalla valenza orizzontale rispetto a tutti gli altri temi trattati nel percorso di stakeholder engagement, l’ultimo tavolo di lavoro è partito da una definizione chiara di cosa sia un data space precisando cosa questo “non è”.
Un data space non è un data pool ovvero uno spazio – o infrastruttura, in cui i dati vengono accumulati. Un data space non è un modo con cui fare data sharing. Infine, un data space non identifica una tecnologia o un’architettura IT.
Un data space è nuovo concept che consente di condividere informazioni – non dati – all’interno di una federazione sicura di stakeholder, mantenendo l’ownership dei dati e non prevedendo la loro migrazione. In tal senso, la federazione si basa su un set di regole predefinite rispetto non solo ai formati di condivisione, ma anche rispetto a chi può utilizzare le informazioni condivise e per quali scopi.
Il concept consente di evitare modelli di scambio gratuito di dati eterogenei e spesso difficilmente utilizzabili e, per contro, permette di definire modelli in cui sia chiaro lo scambio di valore che interviene tra le parti all’interno di un ambiente certificato in grado di creare “trust” e valore aggiunto per gli stakeholder coinvolti.
In questo modo è possibile rompere i silos che impediscono a oggi di creare valore attraverso i dati (silos legati all’intellectual property, alla mancanza di trust, alla difficoltà tecnica di integrazione, alla mancanza di un business model), abilitando, di fatto, la co-creazione di nuovi servizi e l’innovazione. Si pensi, ad esempio, all’importanza che la condivisione di informazioni avrà nell’abilitare livelli crescenti di automazione nella mobilità, nelle infrastrutture e nell’erogazione dei servizi in cui le scelte deriveranno da approcci basati sull’analisi dinamica dei dati provenienti da diverse fonti.
Di seguito si riportano i messaggi chiave del tavolo di lavoro dedicato agli ecosistemi dati in cui sono intervenuti aziende, istituzioni e accademici per confrontarsi su questo importante tema:
- Sempre più aziende e Pubbliche Amministrazioni richiedono approcci multidisciplinari e data-driven. All’interno delle Smart City diverse fonti dati possono essere aggregate a formare dei gemelli digitali in cui la lettura combinata dei dati consente di individuare le strategie innovative per la gestione della città e l’erogazione dei servizi;
- La crescente disponibilità di dati consentirà lo sviluppo di modelli previsionali sempre più complessi che a loro volta permetteranno una pianificazione più avanzata e precisa delle dinamiche all’interno delle città;
- In futuro sarà fondamentale promuovere una maggiore condivisione di applicazioni e di esperienze tra le pubbliche amministrazioni al fine di massimizzare le opportunità di creazione di valore;
- Facendo leva sui dati è possibile prevedere un ruolo maggiormente attivo dei cittadini grazie a meccanismi premianti che vadano a valorizzare i comportamenti virtuosi.
Il prossimo articolo di questa serie sarà dedicato all’analisi della normativa a livello EU. Tale elemento è considerato infatti un fattore abilitante per la diffusione del paradigma e degli ecosistemi di mobilità connessa.
Autore:
The European House – Ambrosetti